Dante Alighieri en Rue de Crimée


Sécurité SocialeAppena si arriva in Rue de Crimee 89 si è accolti da uno stabile al quanto fatiscente: l’assurance maladie de Paris. Dopo una salita pari a quella del Monte di pietà a Roma, che sfianca gli animi, si arriva speranzosi davanti all’ ingresso. Quest’ufficio ha come bacino di utenza tutto il 19esimo arrondissement. La scritta Sécurité Sociale, posta sul cancello, ricorda più un collegio situato in qualche periferia metrepolitana piuttosto che un locale pubblico. Le vetrate a specchio riflettono l’ambiente circostante racchiudendo in se’ un mondo. L’arredo interno è in totale contasto con quando visto finora. Subito gli sportelli informatici posti negli angoli della sala fanno intuire che qui l’informatizzazione del sistema ha avuto inizio. Prendo il numero: 212. Ecco in questo preciso istante Dante Alighieri mi appare di fianco ed il cammino ha inizio. Il mio Virgilio è la prima persona che mi accoglie ossia una giovane ragazza addetta au service clientèle. Mi siedo. Attendo il mio turno. La gente borbotta perché non si riesce bene a capire il criterio d’avanzamento dei numeri elettronici. Sembrano apparire sullo schermo dopo un’estrazione fatta in qualche ufficio nascosto dietro il muro. Numéro 198- sportello 1- numéro 199 sportello 2- numéro 201 sportello 3. E chi ha il numero 200? Che fa?. Mi siedo vicino allo sportello n.1. Vedo che la gente vi torna indietro avvilita, adirata, incapace di superare il borderline che da accesso agli uffici nascosti dietro una piccola entrata. « Non, monsieur vous n’avez pas le droit »– una voce tetra-fredda-diretta, come solo poche persone sanno osare. Eccola lì, il mio Cerbero dalle 3 teste, la voce, lo sguardo ed il pc, pronto a respingere ogni richiesta avanzata. « Monsieur, je vous ai déjà dit que  c’est pas moi, c’est la loi. Ce n’est pas argent de ma poche. On est bien d’accord. » Ogni frase rende sterile qualsiasi possibilità di replica e di difesa. Dentro di me spero di essere accolto dallo sportello n.2. Ecco infatti, n. 212, sportello n.1. Mi alzo, coraggioso, m’incammino verso Dame e con tono posato chiedo di potermi iscrivere alla Sécurité Sociale. « De quelle nationalité êtes-vous? » « Italienne » rispondo. Dopo un’esitazione mi guarda con aria di sfida e mi dice: « Oui Monsieur, le droit c’est de votre cote, passez ».

Come un eroe tengo in una mano il diritto di passare e nell’altra la soddisfazione del successo. Immediatamente Caronte, una signora sulla quarantina, occhiali stile fine anni ’80, gonna beige tre-quarti, senza aspettare neanche un secondo mi redarguisce:  »   vite vite!!! » e mi trasporta al di là del muro. La sala somiglia realmente ad un limbo, dove anime sperdute vagano in cerca di un posto a sedere, sempre tenendo stretto il ticket con su segnato il numero. Come un cimelio, viene curato, protetto, invidiato dal vicino che ad ogni bip, controlla,visiona, facendovi pesare con lo sguardo il fatto di possedere un numero prima del suo. Lo sguardo perso della signora anziana, seduta a pochi metri da me, mi fa capire che l’attesa sara lunga. Mentre il signore di mezza eta in cerca dei bagni mi fà capire che è una battaglia persa in partenza, dunque è meglio resistere ad ogni richiamo della vescica.

Dopo una buona mezz’oretta sul tabellone appare il numero 212: lo stress dell’attesa sembra scomparire supportato dalla voglia di uscire da questo girone infernale. M’incammino verso gli uffici, tanto agognati, e vedo che l’atmosfera e completamente diversa: distesa, rilassata. Una signora bionda, occhiali lasciati pendere sul decolte, mi accoglie: « La mia Beatrice » penso.

« Bonjour Monsieur ». « Bonjour Madame » rispondo cortesemente. Con lo sguardo, la signora, dà un’occhiata furtiva alla mia cartelletta viola e mi chiede cosa debba fare e se abbia tutti i documenti per la procédure. Le spiego le mie intenzioni e le faccio presente che ho tutti i documenti per riempiere il formulario elettronico. Mi guarda e comicia ad elencare tutti i documenti necessari: « p.i, rib, fiche de paie ecc. » Ad ogni enunciazione, pronto, metto sul tavolo ogni documento: « Attestation de l employeur?…. Acte de naissance?. Su quest’ultimo gelo. Le chiedo se può ripetere ma non batte ciglio. Con uno sguardo vuoto osservo la cartelletta invano. Non mi risponde. « Desolé monsieur mais il me faut ça ça et ça ». Vengo « respinto » con una promessa di un nuovo appuntamento in data da definirsi. Mentre ripercorro in senso inverso il tragitto, guardo le facce degli uomini e delle donne che attendono, inerti, il loro giudizio proprio al di là di quel muro. Esco: osservo la discesa e prendo un bel respiro per mettere al sicuro l’energie che mi serviranno la prossima volta. Infilo le cuffie del mio mp3 e, piano piano, l’inferno svanisce al ritmo di musica.

2 réflexions sur « Dante Alighieri en Rue de Crimée »

  1. Mi fatto venire in mente le attese e le interazioni all’interno della questura ogni qualvolta devo rinnovare-modificare o richiedere un doc.
    Ora anche tu sei uno dei nostri 🙂

    1. Idem! Anche a me la stessa storia: estratto (o atto) di nascita, ma tradotto in francese o redatto plurilingue! ARRRG! (complimenti per il sito:-))

Répondre à desert wind Annuler la réponse.